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Visita e/o trattamento veterinario nel cavallo: alla ricerca di un atteggiamento positivo

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15 febbraio 2018 #focus

Il più indolore possibile e in uno stato complessivamente positivo: ecco come desidereremmo che fosse sempre la visita veterinaria per il nostro cavallo.
Non solo in occasione di un intervento ad opera di un medico però, infatti, anche solo durante la somministrazione di uno tra i trattamenti ai quali può essere necessario sottoporre i nostri compagni, un cavallo-paziente educato e con un buon atteggiamento nei confronti dei soggetti umani che lo circondano per le procedure, migliora certamente l’efficienza dell’operazione, la sicurezza per ogni individuo coinvolto e il benessere dell’animale.
Il desiderio di far sì che ci si trovi sempre nelle migliori circostanze d’azione e che si agisca con scrupolo ha recentemente dato vita oltre oceano ad alcune linee guida, presentate in occasione della Convention autunnale organizzata dall’American Association of Equine Practitioners lo scorso novembre 2017 a San Antonio, in Texas, per mano della ricercatrice Sue McDonnell, fondatrice del programma comportamentale equino presso l’Università di Medicina Veterinaria della Pennsylvania, dove il suo operato include attività cliniche, di ricerca e insegnamento incentrate sul comportamento equino con particolare attenzione agli stalloni.
Il concetto fondamentale per una buona pratica sembra risiedere nelle tecniche di apprendimento e di modifica del comportamento, senza naturalmente dimenticare ancor prima le precauzioni di base che tutti dovremmo conoscere, e cioè evitare punizioni, anche involontarie, e permettere al cavallo di disporre del giusto spazio di manovra in occasione di una visita o di un trattamento.
Assodato poi che la persona che offrirà la sua assistenza al medico veterinario o al proprietario dovrà necessariamente mantenere calma e temperamento tranquillo e rilassato, McDonnell suggerisce, in sostanza, di dar forma alla risposta che desideriamo di volta in volta ricevere dal cavallo con un rinforzo positivo, attraverso la ricompensa in cibo, immediatamente prima e dopo la procedura da realizzare, ignorando invece le reazioni indesiderate ed evitando di ripetere più volte uno stesso approccio se questo non porta alla collaborazione del cavallo.
Le linee guida vogliono dar pratica alla teoria offrendo piccoli suggerimenti su come intervenire in alcune tra le situazioni più comuni in cui ci si trova ad operare durante una visita veterinaria o semplicemente in occasione della somministrazione, anche in autonomia, dei più vari trattamenti. I consigli spaziano tra i diversi campi di intervento.
Per la somministrazione di vaccini o per prelievi di sangue, ad esempio, il consiglio è quello di utilizzare gli aghi più sottili a disposizione, approcciando dapprima il cavallo grattandogli il garrese per qualche secondo prima di intervenire, a simulare il mutual grooming o cura reciproca tra simili, continuando anche durante l’iniezione, per distrarlo e instaurare uno stato motivazionale positivo che contribuisce al rilascio di endorfine.

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Per i trattamenti orali, invece, è consigliato aggiungere al medicinale da somministrare in siringa senz’ago (anche in questo caso la più piccola disponibile) quando possibile un liquido dolce e appetibile, per procedere poi con l’inserimento nello spazio interdentale del cavallo (avendo cura di evitare denti, gengive e palato) una volta che l’animale è tranquillo, continuando a mantenere il contatto anche qualora muovesse la testa e iniettando lentamente il contenuto.
Nel caso di un trattamento oculare, zona quella degli occhi spesso delicata e per l’umano di non semplice accesso, prima dell’applicazione diretta è consigliato strofinare il muso del cavallo in modo rilassante, così da raggiungere con lui un certo grado di confidenza, stabilizzare la mano su di esso e mantenere il contatto anche in caso di movimenti. Una volta che il cavallo è rilassato si fa avanzare l’applicatore nel punto desiderato continuando a strofinare il muso e offrendo immediatamente una ricompensa in cibo a trattamento somministrato.
Per la misura della temperatura rettale, infine, tenendo il termometro nel palmo della mano con la punta lungo il dito indice, è propedeutico alla collaborazione dell’animale un massaggio alla base della coda, che produrrà una condizione di rilassamento dove quest’ultima verrà sollevata dal cavallo facilitandoci così l’inserimento del termometro.
La dott.ssa Sue McDonnell ci fornisce dunque una serie di piccoli accorgimenti, attuabili anche dai proprietari stessi per facilitare e rendere più tollerabili piccole azioni più o meno quotidiane, che seguono una regola generale importante: focalizzarsi non tanto sui comportamenti che il cavallo metterà in atto per sottrarsi all’intervento dell’uomo, quanto al suo rilassamento e alla sua collaborazione, evitando reazioni di ogni tipo ad atteggiamenti di rifiuto e servendosi del rinforzo positivo ogni qualvolta una nostra richiesta viene soddisfatta. Punizioni verbali e fisiche, siamo certi non sia necessario ricordarlo, non sembrano sortire alcun effetto positivo e sono dunque, naturalmente, sconsigliate.

© M.C. Bongiovanni – Riproduzione riservata; fonte principale: thehorse.com;

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